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10 settembre 2025
In Italia dal 1969 ai primi anni '90 abbiamo avuto le stragi di stato, bombe ed attentati che colpivano cittadini inermi per far rumore. Viene il sospetto che questa tecnica sia stata adottata da diversi governi in giro per il mondo. Tra questi l'11 settembre con gli aerei schiantati sulle torri gemelle.
Questo articolo di Pino Corrias, pubblicato da il fatto quotidiano del 25 giugno 2025 - circa una settimana dopo l'attacco all'Iran - inquadra l'attacco di Hamas del 7 ottobre con una luce differente.
Quando vidi cio' che stava succedendo a New York l'11 settembre non potei che domandarmi: ma come, la difesa aerea ed il controspionaggio della piu' forte potenza militare del mondo infinocchiata da un gruppo di dilettanti?
E' una domanda destinata a rimanere senza risposta, come il perche' delle bombe sui treni negli anni 70 e l'attentato di Bologna il 2 agosto 1980.
La stessa cosa quando venni a sapere del 7 ottobre: e lo Shin Beth/Mossad - che tutto sa - e' andato al mare?
Il genocidio perpetrato a Gaza, il riappropriarsi un pezzo alla volta della cisgiordania, il modus operandi medio di Israele vengono descritti dai neonazisti alleati di governo Netanyahu come giusta risposta di un paese lasciato altrimenti solo.
Viene in mente che a forza di piangere questi ci stanno fottendo tutti.
Mah!
di Pino Corrias da Il fatto quotidiano del 18 giugno 2025
In questi mesi di bombe, spie, cercapersone esplosi a chilometri di distanza, radar, scienziati ammazzati in Iran, scudo anti-missile, jet sui siti nucleari di Teheran, l’unico “buco” è stato quello...
Dunque Israele sa tutto, vede tutto, colpisce dove, come e quando vuole. Ha infiltrati e bombarda a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria, nello Yemen.
Naturalmente in Iran, dove i suoi commando e le sue spie hanno violato tutti i segreti utili per decapitare i vertici dell’esercito e dei pasdaran nella prima ora degli attacchi, assassinare i capi degli 007 e gli scienziati nucleari, colpendoli direttamente nei loro appartamenti ultra segreti, ultra protetti.
La sola cosa di cui Israele non sapeva nulla di nulla è stato l’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Possibile? Tutto sapeva (prima e dopo) tranne quello che sarebbe accaduto il giorno destinato ad aprire le porte dell’inferno per i 1200 israeliani uccisi e per i 251 rapiti, tutti destinati a essere sepolti vivi nei tunnel di Gaza, in attesa di una trattativa estenuante che li ha decimati in questi 20 mesi, destinando la gran parte di loro a una morte lenta e dolorosa.
Nulla di nulla sapeva della spettacolare e atroce azione dei guerriglieri di Hamas che in una manciata di ore di quel 7 ottobre 2023 hanno accelerato nel sangue la storia dell’intero Medio Oriente, consentendo al governo di Netanyahu di incoronare il suo sogno politico-militare di egemonia combattente su Gaza, sui Territori, il Libano, lo Yemen, la Siria, l’Iran.
E insieme di avviare il più grande massacro di palestinesi della storia recente, di ridurre l’intera Striscia di Gaza a un ammasso di macerie, di stringerla d’assedio e ora schiacciarla con l’arma della fame, della sete, delle malattie, dopo 60 mila morti sbriciolati dai bombardamenti, almeno il doppio dei feriti, dei mutilati, dei dispersi.
Una guerra di sterminio con le spalle coperte dal silenzio assenso di quasi tutti i governi occidentali, intransigenti con Putin, morbidissimi con gli attacchi armati di Gerusalemme che, mentre oggi bombarda Teheran, punta all’occupazione definitiva della Cisgiordania e alla soluzione finale per i palestinesi con il completo sgombero di Gaza.
Possibile che controllando ogni metro quadrato, ogni centimetro di Gaza, compresa l’energia elettrica, l’acqua potabile, i telefoni e i collegamenti Internet della Striscia, i servizi di sicurezza di Israele non sapessero nulla un anno, un mese, un istante prima dell’attacco del 7 ottobre?
Da anni Israele ha i satelliti che inquadrano Gaza dal confine Sud con l’Egitto al confine Nord con il Libano. Ha i droni che la sorvolano 24 ore su 24, registrando ogni movimento sospetto. Ha telecamere lungo tutti i 56 chilometri di confine. E navi spia davanti alla costa. Dispone delle tecnologie del riconoscimento facciale e quello dell’intelligenza artificiale che controlla gli spostamenti dei sospetti, fino a predire l’imminenza di un pericolo.
Senza contare le centinaia di infiltrati, agenti doppi, spie, informatori, che vivono da sempre dentro la Striscia, mischiati ai residenti. Che sfruttano la concorrenza talvolta spietata tra i differenti gruppi della resistenza palestinese in lotta tra loro per l’egemonia politica dopo il declino di Al Fatah e la sconfitta politica dell’Autorità palestinese di Abu Mazen, a suo tempo fomentata e festeggiata da Netanyahu.
Non basta. Israele ha il controllo dell’intera area geopolitica grazie alla ferrea alleanza con gli apparati militari americani, britannici, occidentali, che insieme dispongono della sorveglianza pressoché totale sui Paesi Arabi, i pozzi di petrolio, le strutture militari, in grado di registrare milioni di spostamenti di uominie donne, milioni di telefonate, milioni di conversazioni intercettate, analizzate, archiviate nei dossier dell’Intelligence. Eppure nessuno dei mille occhi elettronici si era accorto che da almeno un anno Hamas preparava l’as salto del 7 ottobre con addestramenti continui, centinaia di miliziani pronti all’azione, pick-up modificati e blindati, ruspe per sfondare le barriere di filo spinato. Motociclette per i commando.
Addirittura guerriglieri che si erano allenati per mesi a volare con il parapendio per piombare all’improvviso sugli inermi israeliani che abitavano nei kibbutz. Trovando sguarniti molti chilometri di confine che sono stati violati in almeno 119 punti da almeno 7 mila combattenti, secondo le ricostruzioni fatte nei mesi successivi dalle stesse autorità israeliane. Ma se un minuto prima il Mossad non sapeva nulla, abbiamo scoperto che un minuto dopo il massacro sa già tutto.
Gli ufficiali dell’Idf, l’esercito israeliano, conoscevano i 400 chilometri di tunnel scavati da Hamas, perfezionati con il cemento armato che pure veniva controllato da Israele, pagato con i soldi che dalle banche del Qatar affluivano nelle casse di Hamas, anche quelle sotto il controllo di molti servizi segreti, Mossad compreso.
Abbiamo scoperto che le unità israeliane, penetrate dentro la Striscia con migliaia di unità, carri armati, artiglieria, conoscevano gli indirizzi dei leader di Hamas, uccisi uno a uno, conoscevano i luoghi di comando e controllo, distrutti uno a uno, conoscevano i depositi di armi, missili, esplosivo.
Gli erano sfuggiti i 7 mila uomini entrati in Israele per uccidere, ma erano in grado di selezionare e uccidere più di 200 giornalisti, fotografi, freelance, che hanno provato a raccontare lo sterminio in questi 20 mesi di bombardamenti.
Conoscevano i Pronto soccorso e gli ospedali da distruggere. I medici da uccidere. Le ambulanze da distruggere. Insieme con le biblioteche, le università, gli impianti per rendere potabile l’acqua salata e i generatori per l’energia elettrica.
Lo scorso settembre il Mossad ha fatto esplodere centinaia di walkie-talkie e cercapersone tra le mani dei militanti di Hezbollah in Libano e in Siria, uccidendone almeno una trentina, rivelando un’operazione che preparava dal 2022.
La scorsa settimana un alto ufficiale israeliano, commentando la blitzkrieg preventiva contro Teheran, ha detto: “Quello che abbiamo fatto a Hezbollah in dieci giorni, lo abbiamo fatto all’Iran in dieci minuti”. E dunque? Il governo di Israele sa tutto quello che succede ovunque, compreso in Iran, nei siti nucleari tra le montagne e ancor di più tra i palazzi del potere sciita di Teheran, distante 1897 chilometri da Tel Aviv. Ma ignorava, fino al fatidico 7 ottobre, l’enorme assalto che si stava preparando a Gaza City, 77 chilometri in linea d’aria dalla Spianata delle Moschee di Gerusalemme.
Possibile?
Plausibile?
September 10, 2025
In Italy, from 1969 to the early 1990s, we had state-sponsored massacres, bombs, and attacks that targeted defenseless citizens to make noise. One suspects that this technique was adopted by various governments around the world. Among these, September 11th, when the planes crashed into the Twin Towers.
This article by Pino Corrias, published by Il Fatto Quotidiano on June 25, 2025 - about one week after the attack on Iran - casts a different light on the Hamas attack of October 7th.
When I saw what was happening in New York on September 11th, I couldn't help but wonder: but how, the air defense and counterintelligence of the world's strongest military power were fooled by a group of amateurs?
It's a question destined to remain unanswered, like the reason for the train bombings in the 1970s and the Bologna bombing on August 2, 1980.
The same thing when I learned about October 7th: and the Shin Beth/Mossad - which knows everything - went to sea?
The genocide perpetrated in Gaza, the piecemeal re-appropriation of the West Bank, Israel's average modus operandi are described by the neo-Nazis allied to the Netanyahu government. as a just response from a country otherwise left alone.
It occurs to me that by crying so much, these people are screwing us all.
Huh!
by Pino Corrias from Il fatto quotidiano of June 18, 2025
In these months of bombs, spies, pagers exploded kilometers away, radar, scientists killed in Iran, anti-missile shields, jets over Tehran's nuclear sites, the only "hole" has been that...
So Israel knows everything, sees everything, strikes where, how, and when it wants. It has infiltrated and bombed Gaza, the West Bank, Lebanon, Syria, and Yemen.
Of course, in Iran, where its commandos and spies have cracked all the secrets needed to behead the army and Pasdaran leaders in the first hour of the attacks, assassinate the chiefs of the 007s and nuclear scientists, striking them directly in their top-secret, top-protected apartments.
The only thing Israel knew absolutely nothing about was the Hamas attack on October 7th.
Is that possible? He knew everything (before and after) except what would happen on the day destined to open the gates of hell for the 1,200 Israelis killed and the 251 kidnapped, all destined to be buried alive in the tunnels of Gaza, awaiting a grueling negotiation that has decimated them over these 20 months, condemning most of them to a slow and painful death.
He knew absolutely nothing about the spectacular and atrocious action of the Hamas guerrillas who, in a few hours on that October 7, 2023, bloodily accelerated the history of the entire Middle East, allowing the Netanyahu government to realize its political-military dream of fighting hegemony over Gaza, the Territories, Lebanon, Yemen, Syria, and Iran.
And at the same time, to launch the largest massacre of Palestinians in recent history, to reduce the entire Gaza Strip to a pile of rubble, to lay siege to it, and now to crush it with the weapons of hunger, thirst, and disease, after 60,000 dead, shattered by the bombings, at least double the number of wounded, maimed, and missing.
A war of extermination supported by the silent consent of almost all Western governments, uncompromising with Putin, very lenient with armed attacks from Jerusalem which, while today bombing Tehran, aims for the definitive occupation of the West Bank and the final solution for the Palestinians with the complete evacuation of Gaza.
Is it possible that, while controlling every square meter, every centimeter of Gaza, including the Strip's electricity, drinking water, telephones, and internet connections, Israel's security services knew nothing a year, a month, a moment before the October 7 attack?
For years, Israel has had satellites monitoring Gaza from its southern border with Egypt to its northern border with Lebanon. It has drones flying over it 24/7, recording every suspicious movement. It has cameras along the entire 56 kilometers of the border. It also has spy ships off the coast. It has facial recognition technology and artificial intelligence that monitors the movements of suspects, even predicting imminent danger.
Not to mention the hundreds of infiltrators, double agents, spies, and informants who have always lived inside the Strip, mingling with the residents. They exploit the sometimes ruthless competition between the different Palestinian resistance groups, vying for political hegemony following the decline of Fatah and the political defeat of Abbas's Palestinian Authority, fostered and celebrated by Netanyahu.
It's not enough. Israel controls the entire geopolitical area thanks to its ironclad alliance with the American, British, and Western military apparatuses, which together control almost complete surveillance of Arab countries, oil wells, and military facilities, capable of recording millions of movements of men and women, millions of telephone calls, millions of intercepted, analyzed, and archived conversations in intelligence files. Yet none of the thousand electronic eyes had noticed that for at least a year Hamas had been preparing the October 7th assault, with continuous training, hundreds of militiamen ready for action, modified and armored pickup trucks, bulldozers to break through the barbed wire fences. Motorcycles for the commandos.
Even guerrillas who had trained for months to fly paragliders to suddenly swoop down on the defenseless Israelis living in the kibbutzim. Finding many kilometers of border unguarded, violated at at least 119 points by at least 7,000 fighters, according to reconstructions carried out in the following months by the Israeli authorities themselves. But if a minute before the massacre the Mossad knew nothing, we discovered that the minute after the massacre, it already knows everything.
The officers of the IDF, the Israeli army, knew about the 400 kilometers of tunnels dug by Hamas, perfected with reinforced concrete that was also controlled by Israel, paid for with the money that flowed from Qatari banks into Hamas's coffers, even those under the control of many secret services, including Mossad.
We discovered that the Israeli units, which penetrated the Strip with thousands of units, tanks, and artillery, knew the addresses of the Hamas leaders, who were killed one by one, knew the command and control locations, which were destroyed one by one, and knew the weapons, missile, and explosives depots.
They had missed the 7,000 men who entered Israel to kill, but they were capable of selecting and killing more than 200 journalists, photographers, and freelancers who tried to recount the extermination during these 20 months of bombing.
They knew the emergency rooms and hospitals to destroy. The doctors to kill. The ambulances to destroy. Along with the libraries, the universities, the plants for making salt water drinkable and the generators for electricity.
Last September, the Mossad detonated hundreds of walkie-talkies and pagers in the hands of Hezbollah militants in Lebanon and Syria, killing at least thirty, revealing an operation it had been preparing since 2022.
Last week, a senior Israeli official, commenting on the preemptive raid against Tehran, said: "What we did to Hezbollah in ten days, we did to Iran in ten minutes." So what? The Israeli government knows everything that's happening everywhere, including in Iran, at the nuclear sites in the mountains, and even more so in the Shiite power palaces of Tehran, 1,897 kilometers from Tel Aviv. But until the fateful October 7th, he was unaware of the enormous assault that was preparing in Gaza City, 77 kilometers as the crow flies from the Temple Mount in Jerusalem.
Possible?
Plausible?
Anatomia di un genocidio |
Anatomy of a genocide |
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Nel marzo del 2024, dopo sei mesi di guerra nella striscia di Gaza nel corso della 55 sessione del consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e' stato esaminato e discusso questo rapporto |
In March 2024, after six months of war in the Gaza Strip, during the 55th session of the United Nations Human Rights Council, this report was examined and discussed. |
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Questo e' il riepilogo: Dopo cinque mesi di operazioni militari, Israele ha distrutto Gaza. Oltre 30.000 palestinesi sono stati uccisi, tra cui più di 13.000 bambini. Si presume che oltre 12.000 siano morti e 71.000 siano rimasti feriti, molti dei quali con mutilazioni che hanno cambiato la vita. Il 70% delle aree residenziali è stato distrutto. L'80% della popolazione è stata sfollata con la forza. Migliaia di famiglie hanno perso i propri cari o sono state annientate. Molti non hanno potuto seppellire e piangere i propri cari, costretti invece a lasciare i loro corpi in decomposizione nelle case, per strada o sotto le macerie. Migliaia di persone sono state arrestate e sistematicamente sottoposte a gravi maltrattamenti. L'incalcolabile trauma collettivo sarà vissuto per le generazioni a venire. Analizzando i modelli di violenza e le politiche israeliane nel suo attacco a Gaza, il presente rapporto conclude che vi sono fondati motivi per ritenere che sia stata raggiunta la soglia che indica che Israele ha commesso un genocidio. Una delle conclusioni principali del rapporto è che la dirigenza e i vertici militari israeliani, nonché i soldati israeliani, hanno intenzionalmente distorto i principi dello jus in bello, sovvertendo le loro funzioni protettive, nel tentativo di legittimare la violenza genocida contro il popolo palestinese. |
This is the summary: After five months of military operations, Israel has destroyed Gaza. Over 30,000 Palestinians have been killed, including more than 13,000 children. Over 12,000 are presumed dead and 71,000 injured, many with life-changing mutilations. 70% of residential areas have been destroyed. 80% of the population has been forcibly displaced. Thousands of families have lost loved ones or have been annihilated. Many have been unable to bury and mourn their loved ones, forced instead to leave their decomposing bodies in homes, on the streets or under rubble. Thousands have been arrested and systematically subjected to severe ill-treatment. The incalculable collective trauma will be experienced for generations to come. By analyzing Israel’s patterns of violence and policies in its attack on Gaza, this report concludes that there are strong grounds to believe that the threshold has been reached that indicates that Israel has committed genocide. One of the report’s key conclusions is that the Israeli military leadership and command, as well as Israeli soldiers, have intentionally distorted the principles of jus in bello, subverting their protective functions, in an attempt to legitimize genocidal violence against the Palestinian people. |
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dopo un anno si e' vicini all'epilogo |
After a year we are close to the epilogue |
Codiandoli di CisgiordaniaIn questi giorni in cui l'esercito di Netanyahu sta dando una "ripulita" etnica alla cisgiordania, si parla tanto della soluzione "due popoli due stati", oggetto del trattato di Oslo in cui l'autorita' Nazionale Palestinese, un po' come nelle riserve indiane, amministra cio che rimane (il corsivo e' mio) della cisgiordania. Un qualcosa che somiglia ai buchi della groviera. In questi buchi, Israele fa cio' che vuole, fa saltare le case attribuendo la loro proprieta' a dei terroristi, impianta colonie e case per coloni, forte della partecipazione nel governo dei due leader dei partitini neonazisti religiosi (si, lo so, parlare di un partito neonazista ebraico suona strano, ma come altro definirli?) che dopo il 7 ottobre hanno distribuito armi ai coloni per "difendersi" dai palestinesi. |
Confetti of West BankIn these days in which Netanyahu's army is making an ethnic "cleansing" to the West Bank, there is much talk of the "two peoples two states" solution, subject of the Oslo Treaty in which the Palestinian National Authority (ANP), a bit like in the Indian reservations, administers what remains (italics is mine) of the West Bank. Something that resembles the holes in Swiss cheese. In these holes, Israel does what it wants, it blows up houses attributing their ownership to terrorists, it sets up colonies and houses for settlers, strong in the participation in the government of the two leaders of the small religious neo-Nazi parties (yes, I know, talking about a Jewish neo-Nazi party sounds strange, but how else to define them?) who after October 7 distributed weapons to the settlers to "defend" themselves from the Palestinians. |
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In questa immagine i diversi colori rappresentano le aree differentemente amministrate dalla cisgiordania. Non e' uno scherzo |
In this image, the different colours represents the differently administered area of westbank. It is not a joke |
Un video su cui meditare trasmesso da Rai a mezzanotte del 30 dicembre scorso in occasione della assegnazione del premio Luchetta a dei giornalisti
che rischiano la vita tutti i giorni nei teatri bellici.
E' l'occasione per pensare al mezzo miliardo di esseri umani che vive in zone di guerra, molti dei quali bambini, bambini senza nome. Dura circa 1 ora e un quarto.
La voce registrata parla per 7 secondi: lo shock, la corsa per radunare le cose di una vita e fuggire con la famiglia, il tentativo di avvertire i vicini. Dopo mezz'ora il palazzo e' esploso. Dentro non c'erano miliziani di Hezbollah, ci vogliono solo terrorizzare
di Fabio Tonacci da Repubblica del 28/10/2024
BEIRUT - L'avviso di sfratto e' un messaggio registrato in pessimo arabo e letto da una voce che non ha emozioni. Il numero sul telefono inizia con +972, il prefisso di Israele. Lasciate subito questa casa perche' verra' bombardata. La piu' drammatica delle comunicazioni dura sette secondi e non viene ripetuta. O l'hai sentita, o muori. Non c'e' dialogo ne' spiegazione: lo sfratto e' esecutivo, immediato e non impugnabile. Cosa vuoi fare, ricorso contro un missile in arrivo? La voce e' di un uomo, il tono e' monocorde come quello del segnale orario. Chi riceve l'avviso non sa quanti minuti ha a disposizione per infilare una vita intera in una borsa e fuggire, sa solo che il tempo non gli bastera'.
Il cellulare ha suonato alle nove del primo ottobre, racconta Abdel a Repubblica. Ha 34 anni, fa il trasportatore e fino a quella sera viveva a Laylaki, blocco urbano ai margini di Dahieh, l'immenso quartiere sciita martoriato dai raid. Ha una moglie e una figlia di otto anni, Amal. Ero rientrato da poco, mi ero fatto la doccia, per cena mia moglie aveva preparato il tabbouleh. Lo squillo interrompe una serata che pareva come tante. Quando ho visto il prefisso il cuore mi ha preso a battere forte nel petto e nelle tempie. Ho capito subito e l'ho lasciato squillare per un po'.
Prima di rispondere ho osservato mia moglie che stava cucinando e poi l'appartamento dove vivevo da dodici anni, sa, era un bell'appartamento, ci ho speso tutti i soldi che avevo, due camere da letto, la cucina, due bagni, il balcone, le foto del matrimonio sulla mensola, lo zaino di Amal appoggiato all'armadio... Pronto?. Era la chiamata. Proprio quella, che da piu' di un mese preannuncia quale palazzo di Beirut si sta per sbriciolare, quali famiglie stanno per perdere tutto.
Roulette libanese, interi condomini ridotti a un ammasso di calcinacci da un missile israeliano puntato sulle fondamenta. Il motivo ufficiale e' sempre lo stesso: la caccia a Hezbollah, in vari modi declinata. Quando pero' un edificio nasconde davvero basi o miliziani di alto livello del Partito di Dio, l'Idf non avverte nessuno, colpisce e basta. E' piuttosto, questa, la strategia del terrore per far crollare, insieme alle case, i nervi della popolazione. Ogni giorno e' come se una pallina venisse lanciata in una ruota che gira: il primo ottobre si e' fermata a Laylaki su una palazzina di otto piani, ogni piano due famiglie. Abdel abitava al quinto.
Sbrigati, prendi Amal, prendi quel che puoi, le cose importanti, non lo so quali sono ma prendile, hanno chiamato, si' proprio casa nostra, che ne so, la voce ha detto solo che bombardano.... Abdel nella testa risente se stesso urlare di panico alla moglie. Uno diventa matto in una situazione del genere, non sapevamo quanto tempo avevamo, potevano essere cinque minuti, trenta, o uno. Noi, comunque, in dieci minuti eravamo fuori. Una domanda che in Occidente suona esistenziale, ma che in guerra assume un senso assai pratico: hai dieci minuti a disposizione, cosa prendi dalla casa che sta per essere ridotta in polvere?
Mi sono avventato sull'armadio, ho una borsa con le mie carte, il passaporto, la patente, il certificato di proprieta' della casa e un po' di soldi. Ero in pigiama, in camera ho afferrato un paio di pantaloni e una maglia. Mia moglie ha preso l'oro. L'oro di ogni coppia di sposi, povera o ricca: la collana, il bracciale, l'anello. Si perde il concetto dell'essenziale quando sai che un missile ti sta per colpire. A me e' sembrato essenziale prendere le sigarette e aprire il frigo. Mia figlia ha preso il tablet, mia moglie cercava una borsa. Mi dispiaceva lasciare le foto del primo giorno di scuola di Amal e del matrimonio, c'erano delle boccette di profumo a cui tenevo. Pensavo a questo e non ho portato la giacca invernale.
Il palazzo col conto alla rovescia avviato conteneva altre persone, altre famiglie. Perche' Laylaki nel 2006 era stato risparmiato dai bombardamenti, quindi ci sentivamo sicuri. Nessuno di Hezbollah viveva li', i vicini li conosco tutti. Volevo avvertirli perche' non sapevo se anche loro erano stati chiamati dal numero israeliano. Ho fatto l'unica cosa che in quel momento mi veniva bene, mi sono messo a strillare.
Ora bisogna immaginarci questo giovane uomo che scende trafelato le scale due gradini alla volta, reggendo la borsa delle carte con una mano e la figlia con l'altra, la moglie che lo segue trascinando uno zaino, e a ogni piano il gruppo lancia urli a delle porte chiuse. Vedevo le luci accese negli appartamenti. Arrivato all'ingresso ho premuto tutti i pulsanti del citofono per dare l'allarme, pero'.... Pero' questa non e' una storia di eroi, e' il resoconto della fuga disperata di gente normale, e Abdel non gioca a fare chi non e'. Avrei voluto insistere di piu' ai citofoni, aspettare che qualcuno rispondesse, pero' ero terrorizzato, dovevo portare lontano Amal, la mia priorita'. Siamo saliti in macchina e non mi sono piu' voltato indietro.
Trenta minuti dopo che Abdel aveva ascoltato il messaggio registrato, il palazzo e' stato distrutto. Gli otto piani si sono accartocciati uno sull'altro con ordine, come in una demolizione programmata. Ho saputo che non ci sono state vittime, per fortuna. Anche un vicino era stato chiamato dagli israeliani. La mattina dopo sono tornato a Laylaki. Di fronte alle macerie ho perso l'equilibrio, mi sono dovuto sedere a terra. Adesso dove vado a vivere, a quale mondo apparterro' domani?. Ma la roulette libanese non ha risposte per certe domande.
Su Arte fino al 23 ottobre 2024 era possibile vedere questo interessante documentario che racconta la realta' israeliana da dentro, con due ministri che appoggiano il governo Netanyahu che definire neonazisti e' poco.
Il filmato e' in francese con sottotitoli in italiano.Dura circa 70 minuti
The original video can be viewed in many languages until october 23 on
Arte streaming channel.
Questo documentario di Arte Israele, una faida tra tribu'
in tedesco con sottotitoli in italiano,
mette in luce la situazione del paese.
Il video pubblicato a meta' dicembre 2023,
e puntualmente sopo 4 mesi era scomparso da web.
Netanyahu era in grave difficolta' prima del 7 ottobre,
l'attacco di Hamas e' arrivato al momento giusto.
Da fine agosto 2023 Israele era bloccato
da imponenti scioperi contro Netanyahu.
I don't think that sending weapons favors peaceGino Strada said I'm not a pacifist, I'm against war . |
Non penso che mandare armi favorisca la paceGino Strada diceva non sono pacifista, sono contro la guerra. |
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